Salone Editoria dell’Impegno

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Con Il Re è nudo! l’autore affronta in forma saggistica (brevi saggi, ma non propriamente articoli di stampo giornalistico) temi di attualità, nel senso di argomenti che interessano e colgono, o dovrebbero presentarsi, ai lettori nella loro quotidianità. Non si tratta di problematiche inerenti alla vita “materiale”, non particolarmente perlomeno, ma piuttosto interrogativi, sensazioni, suggestioni che, anche se in maniera magari improvvisa, provvisoria, o superficiale, attraversano la mente dell’uomo contemporaneo nel corso della propria esistenza e investono il “ruolo” che la persona o i gruppi di persone occupano nella realtà, ma di fronte ai quali si tende a voltare le spalle. Insomma, per dirla con le parole del redattore, una riflessione sui “dubbi, le incertezze, le contraddizioni, ma quel che è peggio è il fatto che non ci si pensa, che tutto scorre sopra di noi, assorbito nel vortice dei mass media, del giornalismo spettacolare e della politica del protagonismo più o meno individuale. Insomma dove quasi nessuno, come nella famosa favola, sa dire: ‘Il Re è nudo’”. I campi in cui si muove l’indagine sono pertanto vari e differenti, e spaziano dalla “sociologia”, alla “psicologia”, ad argomenti in qualche modo “etici” o “morali”, senza nessun fine “accademico” o “scientifico”, e tantomeno “didattico”, senza nessuna pretesa di fornire una soluzione o, tanto meno, dare consigli o una direzione in qualche modo morale, poiché è proprio questo, cioè l’interrogativo su cosa sia la “moralità”, il filo conduttore del libro, sempre ammesso che un “filo” ci sia. Piuttosto l’autore è teso a sollevare problemi, a sollecitare una presa di coscienza, insomma a spingere il lettore a pensare con la propria testa e a non accettare come fossero “imperativi categorici” tutto ciò che dal mondo esterno in cui vive, mass media, politica, opinione pubblica, educazione, istituzioni, religione ecc. viene divulgato, trasmesso, e spesso imposto, se non inculcato, con mezzi più o meno accettabili, e assorbito dall’individuo come fosse una spugna inerme abbandonata in un oceano di notizie assillanti e confuse, senza essere capace, a livello probabilmente conscio, di formulare un vero giudizio e una presa di posizione e coscienza critici. Proprio da qui, dopo una brevissima introduzione in cui si cerca di motivare l’intento del libro, dalla morale o meglio dal “moralista” si muove il primo capitolo. Chi è un moralista, cosa lo spinge, quali motivazioni o giustificazione può addurre per affermare e spesso cercare di imporre la propria visione del mondo agli altri e quali conseguenze può avere avuto un tale atteggiamento sulla società nel corso di particolari avvenimenti storici. E, soprattutto, quale senso può avere comportarsi in quel modo. Segue una riflessione sul concetto di educazione o, meglio, su quello di “educazione liberale”, intesa nel suo significato storico, connessa alla necessità di doverne recuperare i valori di fronte a un mondo che sempre più si avvia verso un sistema essenzialmente meccanicistico e tecnico. Legato a ciò il problema del lavoro, del suo significato nel mondo contemporaneo, considerato come un “valore”, là dove spesso si presenta invece come “alienazione”. Altro tema che si affaccia all’attenzione del mondo moderno è quello della così detta “questione maschile”, non considerata in opposizione a quella femminile di cui si riconoscono tutti i diritti negati nel corso della storia e se ne auspica un lineare e celere progresso, quanto come problema che viene a porsi allorché per “emancipare” una categoria si finisce del “demonizzarne” un’altra. Seguono quindi altri brevi capitoli sempre su questioni che si presentano nella quotidianità a livello di uomo “comune”, quel “genere di discorsi che può capitare di udire al bar, mi correggo, sui social, o almeno alcuni di essi, visto che al bar ci si va oramai solo per un caffè bollente e veloce o per farsi notare e ammirare a un happy hour, al limite per un improvvisato selfie con uno sconosciuto”, come avverte l’autore nella “Brevissima introduzione”, come l’identità, la sofferenza, la post-verità, il ruolo dei mass media e dei social network, la trasgressione, la punizione, il concetto di male ecc. Tutto ciò trattato in maniera semplice, comunicativa, senza ricorrere a linguaggi settoriali o complicati e con esempi che riportano direttamente al vissuto, nel tentativo di raggiungere in maniera chiara chiunque abbia voglia di porsi finalmente di fronte alla realtà che vive con uno spirito e un atteggiamento critico e non disposto a lasciarsi trascinare come un tronco morto lungo la corrente del populismo, o come una fake news lungo le maglie insidiose della rete globale.

Recensione per: Il Re è nudo!

Il Re è nudo
2019-09-20T10:46:47+02:00
Con Il Re è nudo! l’autore affronta in forma saggistica (brevi saggi, ma non propriamente articoli di stampo giornalistico) temi di attualità, nel senso di argomenti che interessano e colgono, o dovrebbero presentarsi, ai lettori nella loro quotidianità. Non si tratta di problematiche inerenti alla vita “materiale”, non particolarmente perlomeno, ma piuttosto interrogativi, sensazioni, suggestioni che, anche se in maniera magari improvvisa, provvisoria, o superficiale, attraversano la mente dell’uomo contemporaneo nel corso della propria esistenza e investono il “ruolo” che la persona o i gruppi di persone occupano nella realtà, ma di fronte ai quali si tende a voltare le spalle. Insomma, per dirla con le parole del redattore, una riflessione sui “dubbi, le incertezze, le contraddizioni, ma quel che è peggio è il fatto che non ci si pensa, che tutto scorre sopra di noi, assorbito nel vortice dei mass media, del giornalismo spettacolare e della politica del protagonismo più o meno individuale. Insomma dove quasi nessuno, come nella famosa favola, sa dire: ‘Il Re è nudo’”. I campi in cui si muove l’indagine sono pertanto vari e differenti, e spaziano dalla “sociologia”, alla “psicologia”, ad argomenti in qualche modo “etici” o “morali”, senza nessun fine “accademico” o “scientifico”, e tantomeno “didattico”, senza nessuna pretesa di fornire una soluzione o, tanto meno, dare consigli o una direzione in qualche modo morale, poiché è proprio questo, cioè l’interrogativo su cosa sia la “moralità”, il filo conduttore del libro, sempre ammesso che un “filo” ci sia. Piuttosto l’autore è teso a sollevare problemi, a sollecitare una presa di coscienza, insomma a spingere il lettore a pensare con la propria testa e a non accettare come fossero “imperativi categorici” tutto ciò che dal mondo esterno in cui vive, mass media, politica, opinione pubblica, educazione, istituzioni, religione ecc. viene divulgato, trasmesso, e spesso...