UN INDOVINELLO DIFFICILE DI UMBERTO ECO.

In questi periodi si è molto parlato di solidarietà. Giusto, ma ogni solidarietà è impensabile senza il concetto di Altro, di Alterità, tanto che molti ritengono che senza l’Altro sarebbe impossibile anche il Sé, tanto che pure i nostri processi logici e di presa di coscienza della realtà, dipendono dall’Altro, dove oggi per altro si intende non solo l’uomo, ma anche l’animale, il naturale e l’artificiale. Propongo un gioco, un indovinello, presente ne Le temps logique di Jacques Lacan, sostenitore di questa tesi, e reso famoso in Italia nella versione che ne dà Umberto Eco ne La struttura assente. Chi vuole può divertirsi a provare di risolverlo.

Il direttore della prigione avverte i tre condannati che attaccherà sulla schiena di ciascuno di essi un dischetto: i dischetti sono cinque, tre bianchi e due neri. Fatalmente due dischetti (i condannati non sapranno quali) saranno esclusi. Ciascun condannato vedrà i dischetti attaccati sulla schiena degli altri due, ma ignorerà quale sia il proprio. Eppure dovrà dedurlo logicamente (non inferirlo probalisticamente) e se oltrepasserà la soglia della stanza recandosi dal direttore e dichiarando quale sia il suo disco, e per quale deduzione incontrovertibile sia arrivato a scoprirlo, sarà libero.

Detto fatto, il direttore appende alle tre schiene i tre dischi bianchi. Ciascun condannato vede due dischi bianchi e non sa se il suo sarà bianco o nero. Il condannato “modello”, che chiameremo A (ma è chiaro che in lui si riassumono i processi mentali degli altri due, contemporanei e analoghi al suo) cercherà dunque di arrivare a una conclusione attraverso exempla ficta1 (…)”.

Difficile, ma non impossibile. Buon divertimento e scervellamento.

U. Eco, La struttura assente, Milano, Bompiani, 1968, p. 326.

1 Esempi immaginari addotti a sostegno di una tesi.

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