Paul Tran è uno dei poeti statunitensi che negli ultimi anni si è affermato in maniera importante sul panorama artistico-letterario degli USA vincendo, tra l’altro diversi importanti premi, come su quello internazionale. Un saggio della sua poesia lo si può leggere in questa bella “Giuditta decapitata da Oloferne – olio su tela – Artemisia Gentileschi, 1620”, versi nei quali il poeta si lascia andare alle proprie sensazioni e impressioni davanti all’opera della pittrice caravaggesca. Nella poesia contemporanea del Nord America quello di versi dedicati a opere figurative, soprattutto del passato, è divenuto un “genere” abbastanza frequentato e con esiti spesso alti, come, mi sembra, in questo caso.
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Giuditta decapitata da Oloferne – olio su tela – Artemisia Gentileschi, 1620.
So bene che non devo uscire di casa
senza il mio vestito buono. Il mio coltello buono
come un crocifisso tra i miei seni di sasso.
Madre mi farebbe frustare,
mi metterebbe in ginocchio sul riso fino a che strillo
tanto forte da far ritoccare le campane di chiesa.
Non ti ho mai detto che l’eleganza è la nostra vendetta?
Che alla fine non esistono vittime
né vincitori tranne la troia che invidiamo? Quella troia sono io.
Io sono caparbia. Sono talmente dannata
che nemmeno la Morte mi ha voluto. Mi ha rispedito al mittente
dopo che tu avevi razziato il mio corpo
come i tuoi eserciti avevano razziato il mio villaggio, accatastati
i nostri idoli decapitati nel fiume
dove i nostri figli si sono impalati
sulle rocce? La notte esco. Entro nella sua tenda
indorata da un lampo di sole risoluto. Ho già
arrotolato le maniche. So che diranno
che sono una puttana perché mostro tutta questa pelle.
Per questa irriverenza verso ciò che vien visto
quando chiedo di essere vista. Guardami. Le mie cosce
si staccano dalle tue cosce. La mia bocca
ti sputa veleno in bocca. Tu, bellezza ripugnante.
Io non sono affatto una bestia. E comunque la mia lama,
che scivola linda nel tuo collo tozzo
mentre la fantesca protegge dal tuo sangue
me e il mio vestito buono, sarà un inno
che la parrocchia canterà per secoli. Dillo a Maria.
Dillo a Eva. Dillo, racconta di me a Salomè e David.
Guarda le loro facce, come la tua, diventare verdi.
Paul Tran, da Nuova poesia americana, vol. IV, a.c. di j. Freeman, trad. di D. Abeni.