DAD: LEZIONI VIA WEB (soprattutto per Insegnanti, addetti ai lavori, genitori).

 

In un modo o nell’altro l’anno scolastico si sta concludendo, con le difficoltà dettate dall’emergenza che ha travolto tutti noi. Anche gli studenti si sono dovuti adeguare non rimanendo indenni a tutti i disagi connessi alla situazione: scuola sospesa, lezioni a distanza, assoluta novità. Senza dubbio i Docenti e i Dirigenti hanno reagito bene, molto bene, e il loro impegno è stato, si potrebbe dire totale, nonché il lavoro massacrante. Tirando un po’ le somme, tuttavia, i risultati non sembrano dei più edificanti, cosa che non stupisce, perché, nonostante gli sforzi degli addetti ai lavori e la buona volontà dei ragazzi, si è trattato pur sempre di un’emergenza e quindi di affrontare una situazione completamente nuova senza nessuna preparazione, partendo dallo zero quasi assoluto, si potrebbe dire che è stata una specie di sperimentazione. Gli studenti, infatti, dai primi riscontri, nonostante siano definiti generazione digitale, hanno incontrato diverse difficoltà, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Non è una cosa strana: il mezzo cambia il modo di trasmettere contenuti e lo fa in maniera radicale, come ad esempio è accaduto con l’avvento della Galassia Gutenberg, quando l’introduzione della stampa a larga diffusione ha mutato la trasmissione e la ricezione della cultura perfino dal punto di vista sensoriale, dall’udito alla vista, privilegiando l’immagine stampata, e poi con la radio e la televisione, che hanno introdotto nuovi livelli di trasmissione. Oggi ci sono il web, i media, i social.  Ma qualcosa si può fare, è sufficiente, almeno all’inizio, cercare di seguire il normale protocollo adottato nelle videoconferenze e nelle lezioni tramite web.

In una lezione e-learning viene meno il contatto e la presenza fisica e non è un problema da poco. Innanzi tutto l’insegnate deve essere certo, nel limite del possibile, che ci sia l’attenzione dello studente anche se non può vederlo. È importante quindi che la lezione sia ben distribuita, cioè che preveda un’apertura, un corpo centrale e una chiusura.  L’apertura non dovrebbe essere concettuale, ma soft, relazionale, capace di mettere lo studente a proprio agio, come se non stesse assistendo a una lezione accademica, ma quasi a un dialogo, a una ricerca interattiva. Il corpo centrale è quello invece dove viene esposta la parte concettuale vera e propria, ma anche questa deve tenere conto che non vi è la presenza dell’alunno e che questo può facilmente distrarsi, per cui sarebbe opportuno esporre i contenuti nella maniera più dialogica possibile.

È questa la parte più importante in quanto la più soggetta a cambiamenti, infatti i contenuti sono legati alla variazione del mezzo di trasmissione con tutte le conseguenze che si porta dietro (non ultimo quello dei tempi, anche se può sembrare strano i tempi di una lezione on line sono più fitti di quelli in presenza. Infatti a meno che non si presentino problemi di connessione, non ci sono le pause naturali della lezione dal vivo, costituite da interruzioni involontarie, volontarie come il rimprovero, o il richiamo all’attenzione, o la battuta si uno studente, dall’ingresso di estranei come Collaboratori Scolastici o altri elementi dell’Istituto, rumori dall’esterno ecc.). I ragazzi sono abituati, purtroppo, a stare davanti al computer principalmente non per imparare, ma per distrarsi e ciò che hanno davanti li catalizza fino a quasi annullarli (provate a chiamare per nome un ragazzo che è davanti a uno schermo e al 95% dei casi non vi risponde, vi ignora, non sente, è in suo mondo), ma solo se stimola il loro desiderio. Per questo sarebbe bene che i moduli fossero brevi, cosa che aiuta, non solo a far capire ai ragazzi che state rispettando il loro tempo, ma facilita la fruizione del modulo, poiché l’informazione è suddivisa in elementi più semplici. Quindi moduli leggeri, alternali a esercizi (ogni esercizio che richiede di riflettere per risolvere un problema mantiene vivo il livello di attenzione e coinvolge l’ascoltatore), se c’è una presentazione evitare di inserire troppo testo.

In fine la chiusura, anche questa soft e il più possibile relazionale.

Importante è come si comunica, per cui le parole devono essere scandite bene, essere chiare, la velocità bassa, parlare lentamente, infatti nella lazione in presenza si hanno davanti gli alunni e quindi si ha a disposizione anche il linguaggio corporeo. Insomma se un ragazzo non ha capito, ha dei dubbi o è distratto, lo si vede anche dall’espressione, dal movimento del corpo e si può variare la propria esposizione, per esempio ripetendo un concetto, anche senza farsene accorgere. On line questo non è possibile, l’alunno non si vede, a meno che non abbiate uno schermo per studente. Anche il tono della voce e il timbro devono essere squillanti, così da non annoiare.

Attirare l’attenzione è fondamentale, sarebbe bene quindi varieggiare il contenuto, anche con l’ausilio di contenuti interattivi, slides (a alto contrasto, con colori vivi o nero su bianco), appigli (i così detti hooks), altri contenuti trasversali, gamificatios (fumetti, giochi a tema ecc.).

Fondamentale sarebbe, già dall’inizio o prima dell’inizio della lezione, indicare cosa si farà in quel collegamento, gli argomenti, quali sono i più importanti e in che ordine, prima a, poi b, poi c; i ragazzi devono avere il controllo dei tempi, non sperare che sia l’ultimo argomento in programma mentre ancora la lezione si svolge.

Sarebbe poi auspicabile condividere le linee guida del corso, aiutare i discenti a avere regole e confini, ad esempio con un documento da sottoscrivere, magari il giorno precedente (o comunque da prendere in visione su cui fare eventuali commenti), nel quale si comunica come ci si deve comportare, anche negli atteggiamenti di base durante il corso, per esempio: mettersi comodi, avere tutto a disposizione, compresi acqua o quanto serve, creare silenzio, spegnere il microfono se non si usa ecc., da ricordare brevemente prima di iniziare la lezione. Fondamentale all’interno del documento è definire e prevedere il tempo domande, cioè quando possono porre dei quesiti indifferentemente se lo si stabilisce per prima (sull’argomento delle lezioni precedenti), durante o alla fine della lezione, in quanto lo studente non può farne richiesta alzando la mano e ci si troverebbe quindi alle prese con una continua serie di interruzioni.

Il Docente sarebbe bene che avesse davanti tutto ciò che deve comunicare scritto o quasi, non semplicemente una scaletta, poiché andando a braccio senza la presenza fisica e quindi l’interpretazione corporea, la performance per indenderci, anche se non ci si accorge e soprattutto se non si è abituati a parlare davanti a una telecamera, si rischia inevitabilmente di ripetersi, di essere prolissi e impiegare il doppio del tempo, oltre a annoiare chi ascolta. Come si dice di solito a proposito delle lezioni on line: creativo non è sinonimo di spontaneo. Se si opta per una videoregistrazione è bene che sia sottotitolata, anche se ciò richiede da parte del Professore una certa conoscenza del montaggio e, soprattutto, molto tempo.

A conclusione di queste brevi chiose vorrei far notare quanto sia importante per gli alunni che le lezioni on line siano delle esperienze intense, perché è tramite questo genere di esperienze che possono assimilare, meglio e in maniera più naturale, le informazioni del corso. E per farlo sono necessari due elementi: stabilire un rapporto privilegiato con le esperienze personali degli utenti che frequentano il corso cercando di mettere il ragazzo, o il gruppo di ragazzi, al centro del processo formativo e trasmettendo competenze utili e spendibili nella vita quotidiana, e suscitare in loro emozioni per coinvolgerli maggiormente stuzzicandoli con umorismo, stimolandone l’interesse tramite immagini e storie anche legate al loro contesto personale.

Spero che questi sintetici suggerimenti che meriterebbero degli approfondimenti, scaturiti dall’osservazione degli effetti prodotti sugli studenti durante le lezioni, dal loro comportamento davanti al video, dai commenti, dai resoconti giornalistici più o meno attendibili, nonché come genitore, e mettendo a frutto la mia esperienza e gli studi, invero non profondi,  sull’argomento della comunicazione, possano essere in qualche modo utili ai miei ex colleghi Presidi e ai Docenti in primis, e ai genitori, qualora avessero nutrito qualche dubbio su questa esperienza e a far comprendere loro che non è stato certamente un compito facile per i Professori che si sono prodigati in ogni modo e maniera, ma che si sono trovati di fronte a un terreno praticamente inesplorato e inedito per la scuola italiana, ma al quale sarà necessario abituarsi.

Auguro quindi un buon lavoro per il futuro che attende i Docenti in questo nuovo modo di fare scuola che sicuramente si ripeterà (speriamo non in maniera così massiccia), non solo come risposta a una emergenza, ma come prassi.

 

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